Tab Article
«Davvero infaticabile, Oreste del Buono: per tutta la sua vita, intensa e generosa, si è dedicato a escursioni temerarie nel campo aperto della letterarietà più avventurosa, inoltrandosi in terreni poco o pochissimo frequentati. L'irrequietezza immedicabile, la leggendaria curiosità, il gusto per le divagazioni fantasiose, l'amore per le invenzioni narrative più estrose, persino la serie di dissidi contrasti e conflitti, se certo testimoniano un tratto caratteriale, ancor più documentano l'operosità frenetica di chi, fuori dalla tana del veteroumanesimo, combatte quotidianamente dentro il vortice contraddittorio della modernità culturale, in bilico fra resistenze passatiste e aperture dilettantesche. Una vera talpa metropolitana, che scava ed esplora, ogni tanto si interra per poi spuntare vigile e lungimirante in una zona poco illuminata: a sorreggerne l'energia produttiva era il rifiuto radicale di tutto ciò che apparteneva alla "società letteraria", articolata nei suoi molteplici gruppi: accademici o eruditi, sperimentali o neoavanguardisti, cultori di illustri memorie o promotori velleitari di "spiriti radicaleggianti". Erano la spocchia e lo snobismo ostentati da chi vantava l'appartenenza a una zona di "disfinzione" a far esplodere in del Buono l'insofferenza e il gusto della sfida. Che il culmine delle avventure immaginose più sbrigliate e anticonformiste venga raggiunto con la direzione di "Linus" lo attesta, con icastica efficacia, la sigla di massima e indiscussa autorialità, OdB.» Un primo sguardo complessivo su una figura che ha ancora molto da raccontare.